L’amore e la pubblicità ai tempi di Tinder

Negli ultimi tempi ho sentito molto parlare di Tinder tra amiche, amici, conoscenti. Un’App di incontri che conta ben 50 milioni di utenti nel mondo. Da social media manager ho pensato: tanti utenti, pubblicità, quindi marketing.

Allora ho pensato che valesse la pena avvicinarsi a questo nuovo strumento e approfondirne la conoscenza.

La mia esperienza su Tinder si è articolata su due livelli: l’esplorazione dell’aspetto dell’advertising, della pubblicità, e l’analisi dell’aspetto antropologico del fenomeno in sé nell’ambito delle relazioni interpersonali.

Mi sono iscritta su Tinder, 3 mie foto e una breve descrizione: Monica, 30 anni, Social Media Manager. Uso Tinder per lavoro.

Nei primi giorni, essendo un po’ imbarazzata, ci ho tenuto a specificare le mie intenzioni. Ma molti utenti che “mi matchavano” mi hanno fatto notare che era “palesemente una scusa”. Allora ho tolto questa specifica per rendere la mia esperienza su Tinder, più verosimile.

Ma facciamo un passo indietro. Cos’è Tinder? Come funziona?

Tinder è un’applicazione per dispositivi mobili lanciata nel 2012, definita “swiping apps” poiché l’utente, strisciando sullo schermo dello smartphone, decide quali utenti sono di suo gradimento e quali buttare via. Per la registrazione l’utente può scegliere (ma non necessario) di collegare il proprio profilo all’account Facebook o Instagram, caricare qualche foto, inserire una breve biografia, selezionare se gli interessano donne e/o uomini, definire la distanza massima e fascia d’età.

Tinder geolocalizza gli utenti, e sulla base dei parametri selezionati, fa comparire uno alla volta, gli utenti. Se ti piace “strisci” a destra, se non ti piace strisci a sinistra. Se vi piacete reciprocamente “It’s a match!” ed è possibile chattare, ed eventualmente fissare un appuntamento.

Tra uno swip e l’altro, compaiono le pubblicità. Tra le più comuni: poste e telefonia, slip firmati, “diventa rider”, “frequenta tale business school a New York”.

Ma la pubblicità più creativa che ho incontrato è quella del caffè in foto.

L’ironia nel marketing è l’ingrediente vincente e Tinder offre numerosissimi spunti per dare spazio all’inventiva e per strappare un sorriso. Ma ho notato che non tutte le aziende che usano Tinder Ads sfruttano appieno questa possibilità. In ogni caso ho constatato che nell’ultimo periodo la frequenza della pubblicità su Tinder è aumentata notevolmente, e con l’uso che si fa oggi di questa piattaforma, bisognerà che i social media manager mettano in campo tutta la creatività possibile nelle campagne di advertising affinché gli utenti dedichino almeno 10 secondi del loro tempo (sono ottimista) prima di fare subito swip a sinistra.

Rispetto al secondo livello da me analizzato, mi sento di dire prima di tutto che  per poter conoscere persone ed incontrarle attraverso Tinder, c’è bisogno di un esercizio di pollice non indifferente. Una volta ottenuto il match si comincia a chattare, chattare, chattare ripetendo, ovviamente, sempre lo stesso copione: Da dove vieni? Cosa fai nella vita? Cosa fai nel tempo libero? Ce l’hai Instagram? I più audaci passano direttamente a WhatsApp. Ad un certo punto si entra talmente nel loop di queste conversazioni, da andare quasi in burn out…e si perde tutta la poesia dei convenevoli:

“Di dove?”

“Anni?”

Lì non resta che sfruttare al massimo la grande possibilità che offre Tinder di sparire senza lasciare alcuna traccia. In un attimo, da un momento all’altro…Puf! Adios!

Ma chi sono gli utenti di Tinder? Come si presentano?

Dal momento che tutto si gioca sull’immagine che si dà di sé, è necessario mostrarsi con le foto più rappresentative. Su 10 utenti apparsi sullo schermo del mio smartphone, 7 si presentano con selfie in macchina, in ascensore ed in piscina.
Chi ce l’ha, mette i muscoli in primo piano.
I più divertenti sono quelli che con grandi abilità grafiche fanno sparire dalle foto ex fidanzate ed amici.
Ma ci sono anche utenti meno narcisisti.

Le descrizioni spesso riportano peso e altezza, lingue conosciute, hobby, passioni, grandi aforismi sul senso della vita.
Alcuni ci tengono a precisare che sono antirazzisti ed antifascisti (menomale!), avranno fatto incontri sgradevoli.
Chi ha figli, spesso mette le mani avanti mostrando foto in cui compaiono anche i figli.
Alcuni, propensi a rapporti a tre, si presentano con foto in coppia e frasi ammiccanti e sulla rottura degli schemi.

Può anche capitare che sul tuo schermo compaia la foto del ragazzo di quella conoscente. E ti chiedi: ma come? Ieri stavano insieme…
O si sono lasciati ieri stesso oppure vivono una relazione aperta. Chissà…

Comunque, alla domanda perché sei su Tinder?”, la risposta più comune è stata: “per curiosità”.

La verità è che abbiamo tutti il cuore un po’ a pezzi e proviamo a ricomporlo, talvolta ricercando un po’ di leggerezza, attraverso relazioni che non implichino un coinvolgimento tanto intenso, che siano fini a sé stesse; talvolta, quando siamo proprio impavidi, romantici e testardi, ricercando l’amore vero.

D’altronde, perché nasconderlo?
Franco Battiato dall’alto della sua saggezza e profondità canta: Tutto l’universo obbedisce all’amore, e mi permetto di aggiungere, nelle sue mille declinazioni: fisico, epidermico, mentale, totale.